martedì 5 febbraio 2008

Recensione: Carrie, Stephen King

CARRIE di Stephen King
edito da Bompiani (1° ed. Sonzogno, 1977)

la storia aggiacciante di una ragazza e del suo straordinario potere.

La storia racconta di una liceale, Carrie White, che, progressivamente scopre di avere poteri telecinetici, cioè poteri che le consentono di muovere le cose con la sola forza del pensiero. Questo potere si manifestò quando Carrie aveva tre anni dopo il primo shock della sua vita. Poi rimase represso da una madre pazza e ultra religiosa, che atterrisce la ragazza con l'idea costante del peccato carnale e che ritiene il potere proveniente dal Diavolo. Tormentata anche da suoi compagni di scuola, Carrie, spezza il suo equilibrio troppo a lungo controllato e esploderà il suo potere, provocando distruzione, orrore e morte.

Carrie è stato pubblicato per la prima volta nel 1974 e ha introdotto il mondo per l'ormai leggendario Stephen King. Carrie coinvolge una diversa tecnica di scrittura che, diventerà il consueto stile di King. La costruzione della storia è fatta in un modo in cui nella nuda trama, la narrazione è scritta in terza persona. Ci sono altre varie fonti che contribuiscono alla trama, come scarti di giornali, frammenti di saggi e di diritto psicologico relazioni cosparsi in tutto il romanzo, spostando il lettore in diverse prospettive, da passato a presente (o da presente a futuro, a seconda di come si desidera vedere). Questa tecnica abilmente costruita, si basa sulla sospensione del romanzo, con un costante e rapido richiamo al disastro e alla carneficina che vi attende alla fine.

King è superbo nella creazione delle personalità di tutti i personaggi coinvolti, disegnandoli con tanta cura, creando per ognuno un'anima e rendendoli decisamente reali. Fin dall'inizio si prova simpatia per Carrie e rabbia per i suoi persecutori. Ma con la manifestazione del suo potere, il lettore si trova in una posizione scomoda per giudicare le sue azioni. Questo crea un pensiero-aspetto provocatorio e stimolante per il romanzo che vi porterà a riflettere a lungo, anche dopo la fine della libro.

Il romanzo è un magico capolavoro di orribile suspense. La tensione in tutto il romanzo è così netta e preoccupante, che rimarrà con voi per molto tempo dopo aver chiuso il libro. Grazie a questo romanzo (pubblicato grazie a sua moglie Tabitha), Stephen King entra nella storia dei più grandi romanzieri contemporanei, forse il più grande per gli horror. Perché leggerlo? Un motivo su tutti: chi volesse comprendere il motivo della fama di Stephen King, più che guardare agli ultimi romanzi deve tornare ai suoi primi scritti, di cui Carrie costituisce uno dei migliori esemplari.

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