Tornano sul grande schermo Disney e Pixar, con un film affidato alla mano sapiente di Brad Bird
e il risultato è davvero ottimo. Ratatouille è delizioso. In questa appagante favola, leggera come un sufflé, di un coraggioso roditore francese con la passione della cucina, gli chef della Pixar hanno mescolato tutti gli ingredienti giusti: abbondante umorismo visuale e verbale, geniale comicità fisica, fino a formare un impasto caldo e irresistibile che riuscirà a parlare al fanciullino interiore di ognuno.
"Ratatouille" narra la storia di un topolino di campagna di nome Remy, timido e dall'olfatto sensibilissimo, che cerca di realizzare il suo più grande sogno, cioè di diventare un grande chef, a dispetto delle aspirazioni della sua famiglia e, ovviamente, dell'essere un topo.
In seguito ad un incidente che ha portato l'intera sua colonia a scappare dalla casa di campagna dove viveva, Remy si ritrova solo a Parigi e arriva proprio al ristorante del deceduto Chef Gusteau, che, con il suo libro "tutti possono cucinare", ha ispirato la sua passione. Introdottosi furtivamente nella cucina, il "piccolo chef" sfrutta tutte le sue abilità e tutto il suo talento nel migliorare la zuppa che Linguini, uno sguattero alquanto imbranato, rovina con i suoi movimenti maldestri. Il risultato è ottimo: la zuppa è una vera e propria squisitezza.
Nasce così una sinergia tra i due che li porta a collaborare, con Remy a condurre le azioni di Linguini come un burattinaio muove il proprio burattino, in modo sicuramente semplicistico ma nel contempo esilarante.
Ratatouille è, in definitiva, una commedia brillante d'altri tempi, densa di ritmo, dialoghi brillanti ed equivoci, per la quale l'aggiunta "d'animazione" come specifica di "cinema" rischia di non renderle giustizia. I personaggi sono tutti ben delineati e sfaccettati, meraviglioso il ritratto del temibile critico Anton Ego, che, senza pietà, decreta morte, vita e resurrezioni dei ristoranti di Parigi.
La tecnica realizzativa è magistrale e creativa, la sceneggiatura è fresca e vivace, molto divertente e a tratti surreale. Le risate sono frequenti, ma il film non cade mai nel demenziale, linea sempre rispettata fermamente dalla Disney.
Visivamente è una goduria: dalla consistenza dell’acqua, al manto dei topi, alla lucidità realistica delle pentole di rame ma in realtà banalizziamo l’eccellente lavoro di rendering col solo elenco delle prodezze computerizzate; narrativamente è una girandola di incastri, situazioni e personaggi azzeccati: il perfido Skinner, i cuochi in cucina, la compagnia dei ratti, Parigi al meglio di come l’abbiamo fissata nella memoria e infine, tecnicamente ineccepibile.
Un esempio praticamente perfetto di pop-art, e anche uno dei migliori ritratti di un artista mai realizzati su pellicola. Garantisce quel genere di piacere profondo e coinvolgente, allo stesso tempo semplice e sofisticato, che i migliori film hanno sempre promesso. Insomma, l'ennesimo capolavoro di animazione della Pixar, che ha riscosso un grande successo sia dalla critica sia dal pubblico (e dal sottoscritto!), è senz'altro un capolavoro imperdibile sia dai piccini che da un pubblico adulto.
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